Sicuramente una meta insolita, non tra le più ricercate d’Europa, ma se siete amanti dell’avventura e, specialmente, della natura, il delta del Danubio (versante romeno) è una destinazione da prendere in considerazione.
Dopo avervi raccontato il panoramico viaggio in treno da Bucarest a Tulcea (nostra base durante i sei giorni sul Delta), è ora arrivato il momento di parlare finalmente del pezzo forte del nostro percorso.
E’ vero che inizialmente la scelta di esplorare questa immensa area umida è dipesa gran parte dal fatto che mi servissero informazioni per la tesi, ma posso assicurarvi che una volta lì, tra giri in barca ed esperienze indimenticabili, il lato avventuriero ha decisamente preso il sopravvento rispetto a quello prettamente “didattico”.
Prima di passare alle cose imperdibili da fare sul delta del Danubio, vediamo un attimo qualche pillola tecnica su questa zona.
Innanzitutto è bene sapere che si tratta della seconda foce a delta per dimensioni in Europa (la prima è quella del Volga), estesa fra la Romania (regione Dobrugia) e l’Ucraina (Oblast di Odessa) per quasi 3.500km². I tre principali canali su cui si è formato nel corso dei secoli sono quello di Chilia (nord), Sulina (centro, il principale) e Sfantu Gheorghe (sud).
Nel 1991 l’UNESCO ha inserito il delta del Danubio all’interno della lista dei siti patrimonio dell’umanità per la sua inestimabile importanza naturalistica e, 7 anni più tardi, sempre l’UNESCO gli ha poi concesso la qualifica di riserva della biosfera, per la protezione e la conservazione dei suoi ecosistemi interni. Due passaggi fondamentali per la salvaguardia di questo territorio, che durante il regime di Ceaușescu ha rischiato addirittura di subire un mastodontico (e sconsiderato) progetto di bonifica, iniziato con l’aiuto di alcuni ingegneri olandesi ma fortunatamente mai portato a termine.
Ad oggi ospita più di 5.500 specie tra flora e fauna, cifra che ne fa la terza biosfera del mondo per varietà dopo quella della Grande Barriera Corallina australiana e quella delle isole Galapagos in Equador. Tra gli animali più rappresentativi c’è senza dubbio il pellicano, maestoso uccello divenuto il simbolo della riserva. Noi, purtroppo, nonostante abbiamo preso parte ad un tour di birdwatching non siamo riuscite ad ammirare i pellicani, sebbene il mese (agosto) fosse uno tra i più indicati prima della migrazione. Un motivo in più per tornare, che dite?
Dopo queste informazioni generali, è il momento di scoprire perché chi ama la natura e l’avventura a 360° dovrebbe prendere in considerazione di visitare, o meglio, esplorare, il delta del Danubio.
1. I TOUR IN BARCA
Ce n’è davvero per tutti i gusti e per tutte le tasche. Prima di partire ero abbastanza preoccupata di non trovare il modo per esplorare come si deve i canali del Delta, motivo per cui già mesi prima della partenza avevo iniziato a contattare (a fatica) vari barcaioli per chieder loro determinati itinerari. Se avessi saputo prima che il molo di Tulcea pullula di barche turistiche & tradizionali di ogni tipo, con tour di ogni tipo, ogni giorno della settimana, probabilmente avrei vissuto più in serenità l’organizzazione del viaggio. Se avete in programma una vacanza qui, per esperienza personale vi assicuriamo che non c’è bisogno di alcuna prenotazione in anticipo, nemmeno per i tour che occupano l’intera giornata. Basterà fare una passeggiata lungo il molo di Tulcea appunto (il giorno prima o anche la mattina stessa), e accordarsi con uno dei tantissimi barcaioli che mettono a disposizione la propria barca (e la propria esperienza) per rendere memorabile il ricordo dei turisti. Le cifre variano in base a ciò che si sceglie, un tour rilassante di qualche ora in slow boat turistico va dai 20 ai 40 euro (in moneta romena), mentre il prezzo può salire a 60/80 se si partecipa ad una escursione giornaliera in speed boat. L’offerta è davvero ampia ed in grado di soddisfare qualsiasi tipo di domanda. Spostandosi verso le isolette interne, invece, troverete numerose mini-agenzie locali per il noleggio di kayak, canoe ed altre tipologie di imbarcazioni a remi.
2. L’APPRODO SUL MAR NERO
Arrivare sul Mar Nero dopo ore di navigazione nei meandri del Delta del Danubio è un’esperienza veramente emozionante ed impagabile. Chilometri e chilometri di canaletti, canneti, boschi simil-equatoriali e poi, ad un certo punto, il paesaggio inizia a cambiare drasticamente, presentandoci spiagge sabbiose ed un’immensa distesa di acqua azzurra: il Mar Nero.
Noi abbiamo vissuto l’arrivo sul Mar Nero tramite il canale di Sulina, approfittando di un tour giornaliero che ci ha permesso anche di visitare l’omonima cittadina di poco meno di 5.000 abitanti, uno dei due porti franchi romeni.
Per secoli è stato un porto marittimo e fluviale di enorme importanza, salvo poi, nel XX secolo, perdere la sua “fama” a causa di una caratteristica tutt’altro che sottovalutabile: non si può raggiungere tramite terraferma, solo in barca. Una scomodità non da poco, che ne ha fatto cominciare pian piano la decadenza. La visita a Sulina è comunque interessante e particolare, dai palazzi che costeggiano la via principale, splendidi edifici nobiliari in rovina, all’immancabile salita al pittoresco faro che in passato illuminava la via ai pescatori. Oggi il paese vive principalmente grazie al turismo, non solo per chi come noi la raggiunge esplorando il Delta, ma anche e specialmente per via dei romeni che la scelgono come meta balneare per le loro vacanze estive, preferendola alla ben più cara Costanza. Camminando per circa 20/25 min dal centro, infatti, si raggiungono le spiagge sabbiose di cui accennavamo prima, alcune libere ed altre gestite da piccoli stabilimenti balneari, con bar e tavola calda vista mare.
Quel giorno abbiamo condiviso la tavolata assieme ad un paio di famiglie romene (anche loro in visita al Delta per la prima volta), ordinando le vere specialità di quella zona: l’originale ciorbă de peşte (un gustosissimo brodo di pesce), polenta (e noi da venete potevamo forse non provarla?), filetto di luccio alla piastra e montagne di sardine fritte, che lì vanno via come il pane. Niente di meglio che passare del tempo con questi gentilissimi sconosciuti per sentirci ancor più benvenute in una terra che continuava a sorprenderci in quanto ad accoglienza.
Insomma, essere sul Delta del Danubio senza dedicare qualche ora a Sulina ed il Mar Nero non s’ha da fare.
3. BIRDWATCHING & NATURA SELVAGGIA
Con i suoi 30 ecosistemi, il Delta del Danubio è un susseguirsi di paesaggi unici, che cambiano in continuazione da un canale all’altro. La regina assoluta lì è la natura, e ci si sente piccoli piccoli navigando da spettatori in mezzo a quell’immenso paradiso terrestre dove migliaia di specie animali e vegetali trovano casa. Ovviamente in base al periodo dell’anno i tour sono sottoposti a restrizioni con lo scopo di salvaguardare la quiete degli animali tanto che, anche quelli appositamente pensati per l’osservazione degli esemplari più rari (in gran parte uccelli) prevedono in primis l’utilizzo di imbarcazioni tradizionali lente e poco rumorose per evitare di spaventarli e, in secondo luogo, rigide distanze da rispettare.
Anche noi abbiamo voluto dedicare una giornata ad un’attività che mai avevamo provato prima, quella del birdwatching. Accompagnate da un anziano barcaiolo di nome Ion, abbiamo raggiunto la zona dei laghi poco sopra il canale di Sulina e navigato lentamente nelle aree maggiormente popolate da magnifici esemplari di aironi, aquile di mare, marangoni e mille altri ancora. La giusta distanza mantenuta dalla barca fa sì che gli animali non siano minimamente impensieriti dalla presenza dell’uomo, pertanto li si ammira liberi e tranquilli nel loro habitat, impegnati come nulla fosse nella loro routine.
Non serve assolutamente essere esperti ornitologi per godersi l’esperienza, basta aver un buon spirito di osservazione, esser pazienti e farsi indirizzare dai saggi consigli di chi vi accompagna, il Ion della situazione.
Un tour di questo genere è assolutamente da consigliare: rilassante, didattico al punto giusto e, specialmente, ti fa sentire in pace con il mondo.
4. CONOSCENZA DEGLI ABITANTI DEL DELTA & VISITA AI PICCOLI VILLAGGI
Arrivando da Bucarest e poi Tulcea, i villaggi che si incontrano nel mezzo dei canali del Delta sembrano appartenere ad un altro mondo, un’altra epoca. Durante la nostra permanenza ci siamo imbattute nei centri di Mila 23 e Crișan, in ognuno dei quali abitano tutto l’anno qualche centinaio di persone, dedite principalmente alla pesca.
Passare qualche ora in questi agglomerati lontani da tutto e tutti fa alquanto specie, mettendoci di fronte a realtà impensabili sì per il mondo “occidentale”, ma esponenzialmente diverse anche da quelle delle vicine Sulina e Tulcea, che in confronto sembrano Tokyo. Un solo, minuscolo, bar è il punto di ritrovo dell’intero villaggio, dove anziani, donne e bambini passano gran parte delle loro giornate estive in attesa del rientro dei pescatori. Il ritratto autentico di uno stile di vita che ci fa sentire protagoniste di un viaggio nel tempo.
Ma non è tutto, perché oltre ai tanti piccoli villaggi sparsi nei meandri della foce, ci sono anche minuscole isolette abitate da singoli autoctoni che, molto probabilmente abusivamente, si sono costruiti case-baracca dove abitare gran parte dell’anno, con pochissimi contatti umani. Unica, misera, fonte di reddito anche per loro è il pescato, che vendono freschissimo ai ristoratori di Tulcea e Sulina.
Vi parliamo di quest’ultima realtà perché è legata ad uno di questi pescatori solitari uno dei ricordi più belli che abbiamo portato a casa da questo viaggio. Durante uno dei tour esplorativi, il nostro accompagnatore, l’anziano Ion che abbiamo nominato prima, ha attraccato in questa folta isoletta per fare un po’ di pausa dopo ore di zig zag tra i canali. Dagli alberi spunta un altro anziano signore, che spiega a Ion dove fissare la barca. Cominciano a parlare, chiaramente conoscendosi, fino a che entrambi ci fanno segno di scendere. In poche parole, il pescatore ci aveva invitati tutti a fermarci da lui per il pranzo domenicale. Un gesto del tutto inaspettato in un contesto da “isola dei famosi”, come potete vedere nelle foto che seguono. Pesce alla griglia, immancabile salsa all’aglio e conversazioni rigorosamente a gesti in una domenica che ci ricorderemo per sempre.
5. TULCEA
Partiamo subito dal presupposto che Tulcea, secondo centro della Dobrugia dopo Costanza, non è una bella città…e sfidiamo chiunque a dire il contrario. Avendola avuta come base per tutta la vacanza abbiamo avuto modo di conoscerla a fondo, pertanto affermare il contrario sarebbe una bugia.
Al di là dei palazzoni fatiscenti lungo il molo, è la periferia che più di tutto lascia a desiderare, alternando case splendide a vere e proprie baraccopoli al limite dell’abitabile. Un’arretratezza così grave dal punto di vista delle infrastrutture è un pessimo biglietto da visita per colei che rappresenta il punto di partenza per la visita del Delta e, nonostante in alcuni punti si inizino a vedere gli interventi delle autorità di competenza, in generale non è assolutamente un posto memorabile. Eppure, per quanta strada Tulcea abbia da percorrere per raggiungere uno standard paesaggistico accettabile, al suo interno non mancano punti di interesse da cui si potrebbe partire per questa eventuale rinascita/bonifica. Nello specifico:
– Rovine di Aegyssus: situate all’interno di un parco nella collina che domina il centro, ancora oggi si possono ammirare i resti dell’antica Aegyssus, nome con cui venne fondata la città nel XII secolo a.C., prima della conquista da parte dei romani. Per approfondire la storia della fondazione è stato aperto anche un museo archeologico, molto interessante ma purtroppo poco frequentato dai turisti.
– Monumento all’Indipendenza: sulla vetta della medesima collina, spicca l’obelisco eretto nel 1899 per onorare i caduti della guerra d’Indipendenza (guerra russo-turca, in cui la Romania si schierò con la Russia). Da qui si può godere di uno splendido panorama su tutto l’entroterra della regione, tanto che il comune, simpaticamente, ha voluto riproporre in stile Hollywood la scritta Tulcea, in modo che chi arriva da lontano abbia un primo benvenuto dalla città. L’effetto non è proprio lo stesso, ma apprezziamo il tentativo.
– Danube Delta Ecotourism Museum Center: questo è il vero fiore all’occhiello di Tulcea, un museo nuovo, moderno ed interattivo che permette alla gente non solo di conoscere le origini geologiche del delta del Danubio, ma anche di scoprire gli aspetti antropologici di una terra tutt’altro che facile da abitare. All’interno del centro vi è anche un acquario con pesci autoctoni e qualche specie tropicale. In pochi anni è diventato uno dei musei più visitati dell’intera Romania e visitandolo si capisce il perché.
– Museo Etnografico & arte folk: gestito privatamente da una famiglia all’interno di un bel palazzo di fine ‘800, questa casa-museo ripercorre le abitudini dei vari gruppi etnici che da sempre convivono in questa regione, caratterizzata appunto dall’alto tasso multietnico. Costumi, oggetti di artigianato, gioielli, fotografie…un viaggio breve ma sorprendente in un’area dove la convivenza tra gli abitanti prosegue pacifica da secoli.
6. DORMIRE SU UN HOTEL PALAFITTA
Vi è mai capitato di dormire su un hotel costruito a mo’ di palafitta? A noi no, ed anche per questo ricordiamo con affetto l’hotel poco fuori Tulcea che ci ha permesso di svegliarci ogni giorno con il riflesso del sole sull’acqua e le urla sincronizzate dei canoisti durante l’allenamento mattutino.

Amanti dell’ecoturismo e della natura potranno sbizzarrirsi nel cercare la sistemazione più adatta, hotel, B&B, campeggi o anche direttamente barche (salvo chi soffre di mal di mare, ovviamente).
Se cercate un’esperienza totalmente nuova, non limitatevi a cercare le offerte a Tulcea, ma informatevi sulle proposte ben più interessanti avanzate da piccoli imprenditori locali, che vi permetteranno di dormire immersi nel Delta e circondati dalla natura e niente altro. Ogni tanto staccare dal resto del mondo è a dir poco terapeutico.
Un viaggio alla scoperta del delta del Danubio è questo e molto altro. Scordatevi movida, discoteche, centri caotici e locali alla moda. Troverete invece tanta pace, natura selvaggia, autenticità ed un mondo totalmente nuovo rispetto alle realtà a cui siamo abituati.
Voi sareste pronti per una full immersion in questa zona? Vi piacciono i viaggi all’insegna della natura o preferite mete più “antropiche”?
Se avete qualsiasi tipo di curiosità siamo a disposizione!
Ciao, sto raccogliendo informazioni su questa meta. Molto interessante il vostro post. In che stagione siete andati?
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Grazie mille!! In effetti è una meta abbastanza insolita😃 ci siamo state in estate.. Periodo ideale😉 se hai bisogno di altre info non esitare a chiederci 😉
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Vorrei avere più informazioni. Voi organizzate viaggi?
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Buongiorno Daniela! Sì, siamo operative ad organizzare viaggi come Venice to see. Se ti fa piacere ci possiamo sentire su info@venicetosee.com 😊
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