Slovenia, tra castelli pittoreschi e paesaggi incantati

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Come chi ci segue nei nostri account social già saprà, quest’anno per le vacanze di Pasqua abbiamo scelto di dedicare tre giorni ad un Paese che prima d’ora avevamo raggiunto solo in giornata, la “vicina” Slovenia.
Facilmente raggiungibile in auto partendo dalle nostre zone (altrimenti Lubiana è comunque provvista di aeroporto internazionale), non appena varcato il confine (ricordatevi di acquistare il bollino!) colpiscono ordine e pulizia, di un rigore quasi svizzero.
Scoraggiate da un tempo tutt’altro che clemente, ci siamo dirette verso la prima tappa del nostro itinerario, le celeberrime Grotte di Postumia.

Perfettamente segnalate con cartelli ed insegne pubblicitarie, d’altronde si tratta di una delle principali attrazioni turistiche slovene, arriviamo alle grotte senza alcuna difficoltà e parcheggiamo in uno degli ampi parcheggi circostanti. Consigliabile, specie in alta stagione, prenotare il biglietto da casa, onde evitare lunghe file alla biglietteria. Bisognerà comunque ritirarlo in loco, ma passando da un’apposita corsia decisamente più sbrigativa. Fatta qualche premessa, ora passiamo finalmente alle grotte.

La visita è organizzata per nazionalità, e si è accompagnati da guide competenti che, oltre a parlare un ottimo italiano, sapranno togliere ogni vostra curiosità a proposito di quel luogo tanto suggestivo quanto misterioso.
Dopo 10/15 minuti durante i quali un trenino ci accompagna letteralmente nei meandri della Terra, scendiamo per compiere circa un chilometro e mezzo a piedi tra scenari a dir poco spettacolari. E’ difficile, oserei dire impossibile, non rimanere incantati dinnanzi alla grandezza di Madre Natura, che lì sotto si è sbizzarrita dando vita ad uno dei complessi carsici più famosi al mondo, che tra l’altro proprio quest’anno festeggia il bicentenario dalla scoperta. E’ la seconda volta che ci immergiamo tra queste gallerie e, fidatevi, l’emozione è stata pressoché la stessa. Un’esperienza unica da vivere almeno una volta nella vita.

 

Trascorsa un’oretta e mezza, e non senza prima salutare la vasca dei protei (animaletti alquanto buffi divenuti il simbolo delle Grotte di Postumia), torniamo in superficie, dove NON ci aspetta la luce del sole….sia mai.
Lasciato passare l’ennesimo acquazzone di giornata e recuperata l’auto, ci dirigiamo verso il secondo obiettivo dell’itinerario, il Castello di Predjama (noi abbiamo optato per il biglietto unico Grotte + Castello, risparmiando così soldi e tempo).

 

Una stradina di montagna ci avvicina a quest’opera architettonica unica nel suo genere, tanto più se pensiamo che resiste imperterrita da circa 800 anni!
Incastonato nelle rocce, il grad Predjama, conosciuto anche come Castel Lueghi, si presenterà a voi con l’eleganza e l’imponenza di una roccaforte rimasta per secoli inespugnabile.
Il suo aspetto pittoresco e poderoso si riflette anche al suo interno, dove genio ed ingegno umano hanno saputo mischiare magistralmente natura ed artificio, formando un connubio che spiazza ed affascina allo stesso tempo.
Costruzione ben più grande di quanto sembri, il percorso si snoda tra sale di vita quotidiana, passaggi segreti ed un’inquietante stanza delle torture, dalla quale pare che di notte provengano inspiegabili rumori (fortunatamente non abbiamo avuto modo di confermarlo).

 

Una visita più che apprezzata che, oltre che per l’indubbio interesse storico-architettonico, ricorderemo anche per il tragicomico racconto della fine del suo più celebre proprietario, Erasmo di Lueg, colpito da una cannonata mentre era…in bagno.
Con questa chicca che speriamo possiate approfondire direttamente a Predjama, salutiamo anche il Castello e puntiamo il navigatore direzione Dol pri Ljubljani, un paesino immerso nella campagna slovena a circa 20 minuti da Lubiana, dove abbiamo scelto di alloggiare.
Nonostante sarebbe stato più comodo dormire direttamente a Lubiana, la nostra idea era quella di vivere in questi tre giorni una Slovenia il più autentica possibile; per questo motivo l’Hotel Vegon Hram (che consigliamo ad occhi chiusi), circondato da monti innevati e verdi prati, ci è subito sembrata la scelta migliore.

Recuperate le forze, la mattina seguente siamo state accolte da una tavola imbandita con ogni ben di Dio, che la gentilissima “padrona di casa” (l’hotel è gestito da una famiglia) ha preparato in occasione della Pasqua. Quasi un peccato dover andare a Lubiana…
Per quanto riguarda appunto la nostra giornata a Lubiana, preferiamo raccontarvela in maniera approfondita in un singolo articolo, evitando di farlo ora in maniera “superficiale”. Per il momento vi basti sapere che la più piccola capitale d’Europa è un gioiellino dall’inaspettata ricchezza, una bella scoperta che presto vi faremo conoscere come merita.

 

Arriviamo così al terzo ed ultimo giorno della nostra breve fuga pasquale. Dopo grotte, castelli infestati e draghi, non potevamo che concludere in bellezza con un luogo incantato che da anni ci “perseguita”: il lago di Bled.
Bled, ai piedi delle Alpi Giulie, è diventato in poco tempo uno dei riferimenti turistici della Slovenia, meta cara agli appassionati della natura e a tutti coloro che cercano una rilassante pausa, inseriti in uno scenario naturale mozzafiato.

Premesso che il paesaggio è stato anche meglio di quanto mi aspettassi, non posso esimermi dal fare un piccolo appunto personale riguardo lo sviluppo turistico dell’area. Se una volta giunti alla riva del celebre laghetto si viene trasportati in una sorta di paradiso parallelo, complice un gioco di riflessi che rende l’esperienza visiva quasi mistica, a lasciarmi alquanto perplessa è stato invece il tratto di strada che precede il lungolago.
Immensi hotel (nemmeno troppo belli), tanto, troppo cemento, e addirittura una sorta di centro commerciale che circonda una piazzetta, con squallidi fast-food e negozi che stonano totalmente in quel contesto. Un vero peccato quando la mano dell’uomo finisce per mettere a rischio la magia che la natura ha costruito senza bisogno di aiuto alcuno; per un istante si ha quasi la sensazione di essere a Jesolo (passatemi l’iperbole)…

…per fortuna ci si lascia ben presto tutto ciò alle spalle e si abbraccia un panorama che riesce a far dimenticare tutto il resto.

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Chiusa questa parentesi torniamo finalmente al nostro lago di Bled, che a Pasquetta, complice anche la bella giornata, ha saputo attirare migliaia di turisti da tutta Europa (e non solo).
Dopo una prima passeggiata esplorativa decidiamo di incamminarci verso il castello che domina la collina, a strapiombo sul lago. Scalino dopo scalino arriviamo in cima, raggiungendo la possente costruzione medievale, al momento sottoposta a lavori di restauro. 11€ d’entrata al castello/museo forse sono un tantino troppi, ciò però non toglie che il percorso di visita sia ben organizzato e molto evocativo. Un’oretta di viaggio attraverso usi e costumi medievali e via con la discesa.
Altra, imperdibile esperienza da fare a Bled è senza dubbio l’attraversata in barca fino all’isoletta su cui sorge la chiesa di San Martino, protagonista assoluta di tutte le foto scattate in questo luogo.
Inesperienza e, specialmente, paura di capovolgerci ci hanno portato ad escludere il noleggio di una barca a remi per affidarci invece alla guida di un esperto barcaiolo.

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Man mano che ci si avvicina all’isola si respira l’aria di quel mondo parallelo di cui accennavo prima. Messo piede lì si ha come la sensazione di essere fuori dal mondo, accolti in un angolo di pace dove non esiste nient’altro che la tranquillità. La permanenza (se si arriva con la barchetta turistica) dura un’ora, il tempo utile per passeggiare senza fretta tra quei magici sentieri, dove pian piano iniziano a fare capolino le primule selvatiche.

 

Breve tappa al negozietto di souvenirs per qualche immancabile cartolina e si torna a riva. Con la chiesa di San Martino che si allontana pian piano alle nostre spalle, sentiamo che i nostri tre giorni in Slovenia, purtroppo, sono giunti al termine. Ci avviciniamo al parcheggio con ancora il profumo dell’aria pulita respirata sull’isoletta, mentre attorno a noi la luce del sole rendeva lucenti le cime innevate, che quasi sembravan prendere fuoco. Con un rosso tramonto ed i lampi in lontananza salutiamo la Slovenia, ma è solo un arrivederci.

 


Per la seconda volta questo Paese ci ha lasciato ricordi ed immagini che rimarranno indelebili nel nostro bagaglio. La Slovenia merita pienamente il posto che un po’ alla volta si sta ritagliando nel panorama turistico, pertanto ci sentiamo di consigliarvela  senza esitazione come meta culturale/naturalistica.

Come di consueto, non vediamo l’ora di sapere le vostre impressioni. Per qualsiasi informazione e/o curiosità siamo qui!

5 thoughts

  1. Il grad Predjama è uno di quei castelli che, da solo, ci spingerebbe a partire, è veramente incredibile…Se poi ci sono anche i passaggi segreti, beh, ha già vinto a mani basse! 🙂
    Ci segniamo l’Hotel Vegon Hram, anche noi vorremmo privilegiare sistemazioni autentiche: quando possibile preferiamo le abitazioni private, per esempio su Airbnb, perché raccontano un po’ la storia del luogo, attraverso quadri, suppellettili e altre amenità.
    Ci spiace leggere che la strada per arrivare al lago di Bled sia stata oggetto di un’edilizia senza senso, peccato…per fortuna come ci raccontate sembra che arrivati sulle sponde del lago l’atmosfera diventi fiabesca, come le foto bellissime testimoniano!
    Ragazze, ora aspettiamo trepidanti il vostro articolo su Lubiana eh!!??
    Un abbraccio!

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    1. Grazie ragazzi, sempre gentilissimi (al più presto arriverà anche l’approfondimento su Lubiana). Confermo quanto avete scritto sul grad Predjama, è incredibile! Non abbiamo voluto anticipare troppe cose perché merita di essere scoperto in prima persona, ma di certo non è un castello qualunque. Per quanto riguarda l’hotel, sembra quasi una locanda di una volta, dove la gente si ritrova a bere e giocare a carte e alle 8 di sera sono tutti già a dormire. A gestirlo sono una signora (in cucina), il marito ed i due figli, tutti estremamente disponibili. Ci hanno fatto sentire a casa.
      Quando andrete a Bled fate una corsa fino al lago senza voltarvi, così manterrete intatta l’atmosfera senza farvi influenzare da certi obbrobri ahahah

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